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Sanità, corruzione in Puglia: l'ex assessore Salvatore Ruggeri non risponde al gip

Durante l'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come il commissario unico del consorzio di bonifica, Antonio Renna

Il tribunale di Lecce

Salvatore Ruggeri si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'ex senatore e assessore regionale pugliese, 72anni, finito agli arresti domiciliari mercoledì scorso nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria "Re Artù" sugli intrecci tra politica, affari e sanità, è comparso accompagnato dai suoi legali questa mattina davanti al gip Simona Panzera per l'interrogatorio di garanzia. L'indagine che ha messo in luce una serie di presunti episodi di corruzione in cui sono coinvolti anche altri personaggi della politica e del mondo della sanità pugliese.

Pochi minuti per annunciare la volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere: Ruggeri, accompagnato dai suoi avvocati, Giuseppe Fornari e Salvatore Corrado, non ha, quindi, inteso dare spiegazioni su nessuno degli addebiti che gli vengono contestati.

Hanno fatto la stessa scelta di rimanere in silenzio anche gli altri indagati per i quali stamattina era stato fissato l’interrogatorio, cioè Antonio Ermenegildo Renna, ex commissario straordinario unico dei Consorzi di Bonifica, Mario Romano e il figlio Massimiliano Romano, difesi rispettivamente dagli avvocati Maria Greco e Dario Paiano. E’ stato, invece, rinviato l’interrogatorio del dirigente del Comune di Otranto, Emanuele Maggiulli perché positivo al Covid.

Insieme a Ruggeri si trovano tutti agli arresti domiciliari. Gli interrogatori proseguiranno domani con gli altri indagati nei confronti dei quali il gip ha disposto misure coercitive più lievi.

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