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Grandine e bombe d’acqua nel foggiano, Cia Capitanata: “Danni a grano, vigneti, uliveti e pomodoro”

Le zone più colpite sono quelle di Cerignola, San Severo, Torremaggiore, Lucera e Casalnuovo Monterotaro

Chicchi di ghiaccio e bombe d’acqua su Cerignola, San Severo, Torremaggiore, Lucera e Casalnuovo. Terreni agricoli allagati; vigneti, distese di grano ancora verde e frutteti sferzati dalla grandine; campi e strade rurali resi impraticabili: è questo il bilancio provvisorio delle tempeste che si sono abbattute con particolare violenza sull’agro di Cerignola, San Severo, Torremaggiore, Lucera e Casalnuovo Monterotaro. “Purtroppo, già nell’immediatezza di quanto accaduto, le nostre aziende agricole associate hanno rilevato dei danni”, ha spiegato Angelo Miano, presidente di Cia, Agricoltori Italiani Capitanata.

Vigneti. Le zone di Cerignola, San Severo, Torremaggiore e Lucera sono particolarmente ricche di vigneti. Maggio rappresenta un mese decisivo per la crescita e il primo sviluppo evidente di quelli che poi diventeranno gli acini.

Uliveti. Stesso discorso per gli uliveti, anch’essi elemento dominante dei territori più colpiti dall’improvvisa ondata di maltempo verificatasi nel pomeriggio di martedì 17 maggio.

Pomodoro. Responsabili e tecnici di Cia, Agricoltori Italiani Capitanata, inoltre, assieme alle aziende agricole associate, verificheranno anche quale impatto abbiano avuto pioggia, vento e grandine sulle piantine di pomodoro immesse da pochi giorni sui terreni. Si tratta di un’altra tipologia di coltura per la quale maggio e giugno rappresentano fasi delicatissime, da cui dipenderà tra qualche mese la quantità e la qualità dei raccolti.

Grano. La violenza del maltempo, in alcuni casi, ha reciso le spighe ancora verdi che stanno maturando nei campi della Capitanata. In soli due giorni, si è passati dal sole battente che ha portato le temperature oltre i 30 gradi alle grandinate di martedì 17 maggio. La siccità degli ultimi mesi, aveva già inciso in modo negativo, tanto da far prevedere una diminuzione pari a circa il 20% del raccolto per il grano duro in provincia di Foggia.

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