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Trani, legami tra calcio e pubblica amministrazione: nessun processo per i sei imputati

A giudizio per falso e peculato il sindaco Amedeo Bottaro, il presidente del Trani, Michele Amato, e il vice Alberto Altieri. Associazione per delinquere, reati fallimentari, riciclaggio e autoriciclaggio per l'ex presidente del Bari, Cosmo Giancaspro, l'imprenditore Emanuele Mosconi e l'ex consigliere del Trani Michele Bellomo

La Corte d'appello di Bari ha confermato la sentenza di primo grado del Gup di Trani di non luogo a procedere rispetto all'accusa di abuso d'ufficio nei confronti di alcuni imputati dell'inchiesta «Chiavi della città» che ipotizza intrecci che sarebbero avvenuti nel 2017 fra calcio e pubblica amministrazione, per i quali sono a giudizio per falso e peculato il sindaco, Amedeo Bottaro, il presidente del Trani, Michele Amato e il vicepresidente, Alberto Altieri. E ancora, con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere, reati fallimentari, riciclaggio e autoriciclaggio, l'ex presidente del Bari, Cosmo Giancaspro, l'imprenditore Emanuele Mosconi e l'ex consigliere del Trani Michele Bellomo.

Il Gup aveva però decretato il non luogo a procedere rispetto al reato di abuso d'ufficio in concorso nei confronti dello stesso Bottaro (difeso da Mario Malcangi), di Amato (Gianfranco Schirone) e Altieri (Amleto Carobello e Favrizio Capano), del dirigente del settore sport dell'epoca, Leonardo Cuocci Martorano (Salvatore Pasquadibisceglie) del funzionario di quell'ufficio, Pasquale Ferrante (Maurizio Sasso) e dell'ex consigliere comunale Diego Di Tondo (Mario Malcangi). Avverso la sentenza aveva proposto appello il pubblico ministero.
La conferma del provvedimento di primo grado fa così uscire completamente di scena dal procedimento Cuocci Martorano, Ferrante e Di Tondo.

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