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Bari, lesioni e minacce a imprenditore e al figlio per il pizzo: condannati in dieci. I NOMI

Il gup del Tribunale di Bari ha condannato dieci pregiudicati di Putignano, nel Barese, a pene comprese tra i 6 anni e i 12 mesi di reclusione per una vicenda legata ad una duplice estorsione ai danni di un imprenditore del luogo, con minacce e lesioni anche al figlio di quest’ultimo per ottenere il pagamento del «pizzo». La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.

I fatti risalgono a maggio-ottobre 2020. Giovanni Genchi, 21 anni, ritenuto il capo del gruppo criminale, è stato condannato alla pena di sei anni di reclusione; Fabio Posa, Davide Serafino e Flavio Eugenio Pinto a 4 anni e 8 mesi; Luigi Carrassi, Michele Calabrese e Vito Maggi a 4 anni e 4 mesi; Mirko Giordano a 4 anni e 2 mesi e Giuseppe Lacalendola a 3 anni e 4 mesi di reclusione. Il giudice non ha riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso. Otto degli imputati furono arrestati dai carabinieri nel gennaio scorso. Stando alle indagini coordinate dalla Dda, avrebbero pedinato, minacciato e aggredito l’imprenditore, suo figlio, collaboratore in azienda, e la fidanzata del ragazzo per ottenere tremila euro al mese. Tra gli episodi contestati c'è il pestaggio ai danni del figlio durante una festa in un locale di Turi. Dopo aver accerchiato la vittima, il gruppo l’avrebbe colpita ripetutamente con pugni, calci, tavoli e parti di sedie precedentemente distrutte, strappandole poi dal collo una collanina in oro con crocifisso e tre ciondoli, come trofeo dell’aggressione.

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