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IL 25 aprile della Cgil a Bari. Striscioni, cori e una mostra contro le sedi prese di mira

Un 25 aprile per dire basta ad ogni fascismo e per reclamare pace. È il messaggio lanciato dalla Cgil Puglia insieme all’Anpi Puglia per il 77esimo anniversario della Liberazione. Dal tetto della sede regionale di via Calace a Bari sono stati srotolati due lunghi striscioni mentre una tromba intonava "Bella Ciao". “Nell’attuale contesto nazionale e internazionale - commenta il segretario generale Pino Gesmundo - questa festa assume una particolare rilevanza. Diciamo mai più fascismo, chiediamo di farla finita con aggregati che apertamente si richiamano a quelle idee di discriminazione e violenza, responsabili in ogni parte del Paese di un lungo elenco di azioni squadriste, contro singoli militanti della sinistra o sedi di associazioni e movimento, fino al clamoroso assalto alla sede nazionale della Cgil nell’ottobre scorso, a margine di una manifestazione No Vax per la quale ancora oggi vi sono stati arresti. Ma segnali preoccupanti non sono mancati nemmeno nella nostra regione: dall’ormai nota aggressione di Bari che vedrà neofascisti a processo, alle scritte con svastiche e minacce che hanno sfregiato sedi Cgil e anche monumenti da Foggia a Nardò, da Lecce a Barletta”. Non a caso nella sede è stata allestita una mostra fotografica con le immagini delle sedi prese di mira.

A tutto questo si sommano “sovranismi e nazionalismi che alimentano guerre e causano morti - ha continuato Gesmundo -  E allora in questo 25 aprile, giornata in cui si celebra la riconquista della libertà e della democrazia in Italia, non può mancare un messaggio forte di richiamo alla pace, alla fine dell’assurda invasione dell’Ucraina, perché non si alimentino ulteriori spirali e tensioni internazionali, con una ripresa della corsa agli armamenti che preoccupa su imprevedibili scenari futuri. Serve investire sul benessere delle persone, serve fare sì la guerra ma alla povertà, alla disuguaglianze, serve unire i popoli e non dividerli con idee che speravamo fossero fuori dalla storia”.

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