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Bari, il “no” del tribunale federale: la battaglia sulla multiproprietà proseguirà in secondo grado

Aurelio e Luigi De Laurentiis sono, rispettivamente, presidenti di Napoli e Bari, che militano in serie A e in B dopo la recente promozione dei biancorossi

La porta è chiusa. Almeno per ora. Il Tribunale Federale ha pubblicato le motivazioni sul rigetto del ricorso effettuato lo scorso 4 maggio da Aurelio e Luigi De Laurentiis (rispettivamente presidenti di Napoli e Bari) sulla pronuncia (del 30 settembre 2021) con cui la Figc pone al 30 giugno 2024 il termine delle multiproprietà nel calcio professionistico, al di là della categoria di militanza. «È nell’interesse generale allineare le norme regolamentari a quelle dello Statuto per valorizzare il merito del campionato e della competizione sportiva» sottolinea la sentenza di primo grado della giustizia sportiva.

Respinti quindi i cinque punti dell’azione proposta da Filmauro che richiamavano principi come l’"affidamento incolpevole” (all’epoca del rilevamento del Bari la norma consentiva di tenere due società con il solo limite che non militassero nella stessa categoria) o la tutela della concorrenza, poiché il termine del 30 giugno 2024 indebolirebbe la posizione del proprietario, costretto a vendere entro tale termine ed eventualmente portato a ridurre gli investimenti su un bene di cui dovrà privarsi. Dal canto suo, il tribunale richiama l’articolo 7 dello Statuto federale che rimarca come «non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto».

L’organo di giustizia sportiva ritiene congruo il termine del 30 giugno 2024 per permettere alle società di compiere ogni opportuna valutazione. Inoltre, la libertà di iniziativa economica non è, secondo il tribunale, nel contesto sportivo, un valore assoluto, ma subordinato alla preminente garanzia di correttezza e regolarità delle competizioni «Sarebbe – recita il dispositivo - di dubbia ragionevolezza il, pur transitorio, mantenimento di controlli multipli alla condizione che le società controllate restino confinate nelle maglie di una stessa categoria poiché contrasterebbe con il canone, immanente al sistema sportivo, per cui chi meglio compete ha diritto a superare i confini della categoria di partenza, con la promozione alla serie superiore; per cui, in definitiva, è il migliore a dover vincere”. Fin qui la sentenza: Mattia Grassani, legale di riferimento di Napoli e Bari, ha già preannunciato, entro i prossimi sette giorni come da termini di legge, il ricorso in secondo grado, alla Corte d’Appello federale.

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