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Archeologia, a Lecce ritrovati frammenti di anfore nel mare del Salento

Per i ricercatori i reperti, nella baia compresa fra Torre Chianca e Torre Lapillo, provengono dalla provincia africana della Tripolitania

Frammenti di anfore sono stati scoperti da un team di ricercatori dell'Università del Salento della zona di mare chiamata "La Pierta", la baia compresa fra Torre Chianca e Torre Lapillo, (Lecce). Per i ricercatori i reperti provengono dalla provincia africana della Tripolitania. Con ogni probabilità, appartengono a un unico carico navale, dal volume considerevole, diretta dal luogo di produzione a quella di consumo, verso l'Adriatico o il Mediterraneo orientale, il cui viaggio si è tragicamente interrotto fra Crotone e Porto Cesareo.

Le ipotesi sulla formazione sono ancora dibattute: il carico si è potuto frammentare con l'impatto con il fondale e con la devastante energia ambientale delle onde. Altre importanti scoperte sono state fatte sempre nella stessa area: una nel sito archeologico di Scalo di Furno dove è stato rinvenuto un muro sommerso lungo circa 17 metri; l'altra riguarda invece un'ampia area pavimentata con centinaia di frammenti di ceramica artigianale locale e molti frammenti di ossa animali. Sul promontorio di Torre Chianca e sulla punta del Belvedere si trovano altri resti della stessa epoca e testimonianze di un'intensa frequentazione in età romano-imperiale: resti di muri e depositi di un insediamento forse legato allo sfruttamento delle risorse marine, come suggeriscono gli strati ricchi di conchiglie.

Vicino Torre Chianca è stato rinvenuto il carico di una nave lapidaria romana, composta da cinque colonne monumentali e da un blocco di marmo cipollino proveniente dalle cave di Karystos, in Grecia. Le colonne sono lunghe circa 8,8 metri, con un peso totale di 78 t, e si trovano a una profondità di 4,5 metri.

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