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Agenzia per il lavoro in Puglia. Il Consiglio boccia Cassano, ma la maggioranza si spacca

Era diventata una vera e propria telenovela politica durata tre anni. L' ultimo atto si è consumato oggi, non senza malumori. Il direttore generale dell'Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, l' ex sottosegretario Massimo Cassano, dovrà lasciare il suo incarico. Il consiglio regionale, con 18 voti a favore (il PD, il Movimento 5 Stelle e l'indipendente Tutolo) ha votato per la decadenza del dg. Contro il provvedimento si sono schierate le liste civiche vicine al presidente della Regione Michele Emiliano mentre l'opposizione, che aveva chiesto lo scioglimento dell'Arpal, si è astenuta, come la presidente del consiglio Loredana Capone e il civico Leoci. La legge firmata dal Dem Amati e da Tutolo prevede un cambio di governance con la nascita di un consiglio d'amministrazione di 3 componenti. Nel frattempo a guidare l'Arpal sarà la dirigente regionale Silvia Pellegrini.

Cassano, ex Forza Italia, poi passato nel centrosinistra a capo di una lista civica, alle ultime elezioni si è candidato con il Terzo Polo annunciando l'uscita dalla maggioranza. A quel punto il PD ne ha chiesto, invano, le dimissioni. Nonostante ciò il gruppo fedele al presidente Emiliano ha tentato comunque di salvarlo appellandosi anche a un parere dell'Avvocatura regionale, come ha riferito Saverio Tammacco, secondo il quale ci sarebbe il rischio di veder impugnata la legge davanti alla Corte Costituzionale. Il centrodestra, che negli anni scorsi più volte aveva tentato di mandare a casa Cassano, sostenendo che non avesse i requisiti per ricoprire l'incarico, ha stigmatizzato la spaccatura in maggioranza.

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