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Bufera Arpal in Puglia, Amati chiama in causa Emiliano: "No ai ricatti politici"

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano

Non si placa la bufera sul direttore generale dell'agenzia per le politiche attive del lavoro pugliese, Massimo Cassano, candidato con il Terzo Polo dopo essere stato nominato dal presidente della Regione Michele Emiliano. Nonostante lo stesso Cassano abbia detto di non appoggiare più il centrosinistra per ora è rimasto al suo posto. E per farlo decadere alcuni consiglieri del PD, con Fabiano Amati in prima linea, chiedono un intervento immediato. E chiamano in causa il governatore, avanzando il sospetto che dietro ci siano ricatti politici.

“Il Direttore generale di Arpal non deve autosospendersi perché ha deciso di candidarsi - sostiene Amati - il DG di Arpal deve essere dichiarato decaduto per legge dal Consiglio regionale perché la sua gestione dell’agenzia è ampiamente discutibile e perché solo così si può fare in virtù di una sentenza della Corte costituzionale.

Il presidente Emiliano deve evitare il metodo della confusione attraverso la dissipazione delle parole e aiutarci a portare in Consiglio regionale la riforma dell’Arpal, così da far decadere il DG e offrire all’agenzia un management più all’altezza del compito. Non farlo può lasciare intuire di essere vittima di un ricatto politico, oppure di essere accondiscendente sulla gestione di Arpal.

Stiamo insistendo per la convocazione del Consiglio regionale, per ora purtroppo inascoltati, perché è nostro dovere occuparci dell’interesse pubblico al buon andamento della pubblica amministrazione.
Il DG di Arpal, come chiunque, ha il diritto di passare da uno schieramento politico all’altro e di fare il girovago della candidatura come e quando gli piace e con le ragioni ritenute più idonee. Ma questo suo diritto costituzionale non può mettere in attesa il nostro dovere di prendere decisioni per riportare ordine in Arpal, così come sarebbe stato necessario fare da mesi.

Su questo aspetto della vicenda, ossia la questione della gestione Arpal, c’è un assordante silenzio dei partiti di maggioranza - tranne il gruppo alla regione del PD - e di minoranza e di diversi esponenti politici - candidati alle elezioni - scatenati contro il DG Arpal candidato e non contro il DG Arpal cattivo gestore. Il motivo? Non riesco a capire quello dei partiti del centrodestra, mentre mi è chiaro il motivo dei partiti di centrosinistra e di Boccia e Lacarra (ex ministro e segretario regionale del PD, ndc): assecondare il presidente Emiliano. Ma la situazione di Arpal può mai essere subordinata alle ragioni di questo teatrino?”.

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