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Ospedale Monopoli - Fasano, la telenovela infinita

Il mega ospedale fra Monopoli e Fasano rischia di essere terminato non prima dell'autunno 2024. Con quasi 3 anni di ritardo rispetto ai tempi previsti e soprattutto con costi lievitati. A denunciare la situazione è il presidente della commissione Bilancio della Regione, Fabiano Amati.
“I lavori sono in corso e mancano 325 giorni al 25 aprile 2023, data prevista per il fine lavori dopo la generosa concessione di tempo e denaro - dice il consigliere - Gli importi liquidati sinora rappresentano il 51,73 per cento delle lavorazioni, per cui residuano lavorazioni per il 49,27 per cento.  Mancano dunque 11 mesi alla fine dei lavori e tale tempo dovrebbe essere impiegato per realizzare, come già detto, il 49,27 per cento delle lavorazioni. Se si considera che la media mensile delle lavorazioni degli ultimi mesi si attesta all’1,65 per cento, ne deriva che mantenendo questa media occorrerebbero almeno altri 29 mesi e non 11. È questa la questione più allarmante, perché il nuovo ospedale serve a curare le persone per malattie importanti e in un raggio di circa 130 chilometri da Bari a Brindisi, per cui la condotta dell’impresa appaltatrice mi pare profondamente censurabile nella prospettiva dell’etica d’impresa.
Inoltre. L’impresa appaltatrice continua a iscrivere riserve su cui il Collegio consultivo tecnico ha già deciso e perciò improponibili. Lo scopo di tale condotta è allo stato oscura, se solo si consideri che già le decisioni del CCT, di cui l’impresa si è beneficiata, appaiono ingiustificate, a detta della stazione appaltante e della direzione lavori. Staremo a vedere.
Ad oggi sono stati pagati stati di avanzamento lavori per euro 39.279.525,64, oltre euro 8.559.071,23 liquidati dal CCT e su cui sta opportunamente indagando la Procura regionale presso la Corte dei conti.
È molto probabile - continua Amati - ma tale scenario lo descrivo al solo fine di evitare l’avverarsi, che l’appaltatore voglia accampare, come motivo di ulteriore proroga del termine di conclusione dei lavori, l’approvazione in ritardo di una variante migliorativa sul polo tecnologico. Faccio osservare, a scanso di equivoci, che la variante migliorativa è stata proposta dall’impresa appaltatrice e perciò non sarebbe giustificabile alcuna dilatazione dei tempi. Infatti, il valore migliorativo delle varianti riguarda la stazione appaltante e non l’appaltatore, per cui qualora il committente rifiutasse tale gesto di generosità, ovvero non cogliesse tempestivamente la sua portata, l’impresa non potrebbe fermare le lavorazioni contrattuali perché tale eventuale ritardo sarebbe a suo esclusivo carico. Ragionando diversamente, infatti, la variante muterebbe la sua prospettiva migliorativa in favore dell’appaltatore proponente e ciò in violazione della disciplina sui lavori pubblici. Certo, l’impresa potrebbe dire che la stazione appaltante ha approvato - purtroppo - l’ultimo cronoprogramma con la previsione della variante migliorativa, ma ciò non sarebbe funzionale a mutare la natura giuridica della variante normativa, anzi aprirebbe uno scenario di responsabilità amministrativa. Ma questo è tutt’altro discorso”.

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