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Regione Puglia: rivolta nel Pd dopo la nomina di Palese

Amati chiede ai circoli di autoconvocarsi per far ritirare gli assessori

Rocco Palese

I malumori all’interno del Pd, partito di maggioranza relativa all’interno della giunta regionale pugliese, non si arrestano. Dopo la nomina da parte del presidente Michele Emiliano dell’ex forzista Rocco Palese come assessore alla Sanità, continuano le bordate da parte di Fabiano Amati, presidente della Commissione Bilancio e fra i più autorevoli esponenti dei Dem in Regione.

Lunedì è previsto un incontro dei vertici del partito che si preannuncia infuocato. Nel frattempo, mentre Emiliano difende le sue scelte attraverso una intervista a Repubblica, sostenendo che si tratta di una nomina tecnica, Amati, che aveva già chiesto il ritiro degli assessori dalla giunta, alza il tiro. “Noi del Pd – dice - dobbiamo avere il coraggio di dire no, anche attraverso l’appoggio esterno e il ritiro degli assessori, abbandonando il mugugno solo sussurrato perché la politica vale per ciò che costa e non per quanto rende. Chiedo ai circoli di autoconvocarsi sull’argomento della nomina ad assessore di Rocco Palese per suggerire il coraggio ai dirigenti regionali e nazionali, e tutto questo non per questioni di posizionamento politico del passato, presente o futuro, ma perché Palese è stato il protagonista di diversi e clamorosi errori nella più recente storia amministrativa della Puglia per inadeguatezza tecnica, cioè proprio quella che in queste ore gli si accredita a vanto e su cui mi piacerebbe sfidarlo a duello dialettico: il riordino ospedaliero del 2002 e l’insensata distinzione tra ospedali con branche mediche e ospedali con branche chirurgiche senza allestire nemmeno un ospedale di comunità o un presidio territoriale di assistenza; la mancata programmazione della costruzione di nuovi ospedali; la mancata osservanza di una legge del 1992, addirittura, per combattere le liste d’attesa, evitando per complicità con un gruppetto di medici ad allineare i tempi da record delle prestazioni a pagamento con i tempi da vergogna dell’attività istituzionale; i ritardi suggeriti al governo nazionale in carica nel 2010 per evitare l’approvazione di un provvedimento statale che avrebbe sbloccato 500 milioni nell’ambito del Piano di rientro, sulla base di un deficit che lo stesso Palese aveva contribuito a determinare; l’ostilità sulle internalizzazioni per superare il precariato in sanità; il disastroso bond di 165 milioni della Regione; il bond Aqp di 250 milioni; la contrarietà alla proposta di legge sulla ripubblicizzazione di Acquedotto Pugliese; le accuse infondate di malaffare, ruberie e corruzione sui fondi della sanità rivolte a Vendola e a tutti noi nella campagna elettorale del 2010. Ed è questa solo una piccola parte e in ordine sparso e mi stupisco che lo stesso Vendola e il suo partito non abbiano ancora deciso di ritirare il proprio assessore in Giunta”.

Ma non basta. “Come possiamo – prosegue - noi del Partito Democratico lagnarci in privato all’unanimità per poi nascondere il punto di vista dietro un fiume di parole senza alcun suono e perciò incomprensibili ai cittadini? Come possiamo accettare l’idea politicista e strumentale, utilizzata alla bisogna, che tra gli eletti vi siano una massa d’incompetenti e inadeguati al governo, quando per titolo ed esami in tanti possiedono curriculum in grado di superare i concorsi tecnici più difficili? Dobbiamo reagire, prima che sia troppo tardi, pure per aiutare il Presidente Emiliano a ritrovare chiarezza e linearità nei suoi pensieri e nelle sue tattiche e senza subire gli argomenti di distrazione di massa sull’utilità di sperimentare per scimmiottamento le formule politiche nazionali, incomparabili sotto ogni profilo”.

“Il vero dramma politico che abbiamo – prosegue - è in termini di politiche poste in atto, prova ne sia che tutte le riforme concrete della Regione Puglia, ossia quelle rilevanti che interessano la vita quotidiana dei cittadini, sono state varate su iniziativa del Consiglio regionale: l’obbligo vaccinale per il personale sanitario; lo screening obbligatorio per la Sma; l’istituzione del servizio di genomica avanzata; i test genetici per determinare l’utilità della chemioterapia; la riforma dello screening mammario e l’introduzione dei test genetici BRCA gratuiti; il casco refrigerante per evitare la caduta dei capelli delle pazienti in chemioterapia; il DNA fetale gratuito; il Piano casa in tutte le versioni, compresa la proposta per renderlo strutturale; la legge Radon per prevenire i tumori ai polmoni; la legge acqua e fogna per tutti; la pressione continua per attivare i depuratori e cancellare tutte le pressioni politiche sull’argomento (vedasi caso Porto Cesareo e Nardò). E mi fermo solo per carità di patria. Una vasta gamma di provvedimenti legislativi e iniziative di indirizzo e controllo, finalizzati a tenere sempre alta la credibilità dell’amministrazione pubblica, utilizzando parole sobrie e gesti determinati e lineari, che sono ciò che danno lunghezza e durata alle cose che si fanno. Ecco perché bisogna reagire e così evitare che per le mani ci resti infine solo un grande ed effimero gioco di società”.

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