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Elicottero caduto, la disperazione del figlio del pilota Luigi Ippolito: "La mia vita si è spezzata oggi"

«Non è giusto. E’ questo che ripeto da stamattina. Non è giusto. Avevamo ancora tanto da fare insieme. La mia laurea alle porte, la mia vita, il mio futuro. La mia vita si è spezzata oggi, quando come ogni mattina mi hai abbassato le tapparelle e mi hai rimboccato le coperte prima di rubarti le mie caramelle. Poi sei volato via e lì sei rimasto. Tu, pilota di aerei e di elicotteri, uno dei pochissimi nonchè tra i più bravi e rinomati d’Italia. Tu, di cui ero estremamente orgoglioso per il tuo lavoro. Tu, mio padre». Sono le parole del giornalista e scrittore Francesco Ippolito, figlio del pilota foggiano Luigi, deceduto mentre era alla guida dell’elicottero A109, precipitato questa mattina nella frazione di Castel Pagano, ad Apricena nel Foggiano.

Il pilota era tornato a lavorare per Alidaunia nel luglio 2020, dopo vent'anni passati a lavoro per Aliparma. Da capitano guidava elicotteri biturbina AW109 e AW139, e jet bimotore C525. Con Ippolito, come copilota, il 39enne foggiano Andrea Nardelli, giovane appassionato di fotografia. «E' la sensazione peggiore che un essere umano possa provare: la morte di un genitore giunta prima dai flash della stampa (la «mia» stampa) in cerca dell’ultim'ora che dagli organi ufficiali - ha aggiunto il figlio del pilota morto -. Perchè lui, la persona migliore che io abbia mai conosciuto? Perchè Dio mio? Perchè mi hai abbandonato? A certe domande io non sono in grandi di rispondere e allora mi rivolgo a te. Ringrazio tutti per la vicinanza e vi chiedo soltanto di pregare per me, per mio padre e per la mia famiglia»

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