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Settanta dipendenti irregolari e 400 mila euro di contributi e ritenute non versate: nei guai una coop di Brindisi

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, negli scorsi mesi, hanno dato avvio ad una verifica ai fini dell’I.V.A., delle Imposte sui Redditi e degli altri tributi, nonché un controllo in materia di lavoro “nero” e/o irregolare, per contrastare il cosiddetto fenomeno del “sommerso da lavoro”, nei confronti di una cooperativa sociale con sede in provincia di Brindisi.

Quest’ultima attività, giunta a conclusione, ha riguardato i lavoratori dipendenti assunti tra il 2017 ed il 2022. L’attenzione delle Fiamme Gialle si è concentrata sulla corresponsione, da parte della cooperativa, di emolumenti erogati a titolo di indennità di trasferta, rimborsi chilometrici e/o rimborsi spese in favore di alcuni dipendenti, assunti con mansioni di impiegati, addetti alla segreteria e/o al front office, presso gli uffici amministrativi del soggetto economico controllato.

Tali indennità, per loro natura, non sono state assoggettate, per legge, né a tassazione ai fini delle imposte sui redditi né a contribuzione ai fini previdenziali ed assistenziali.

In realtà, gli accertamenti svolti hanno consentito di acquisire numerosi elementi di riscontro in merito alla fittizietà delle indennità di trasferta e dei rimborsi chilometrici indicati nelle buste paga che, in realtà, costituivano mere forme aggiuntive di retribuzione da sottoporre, quindi, alle ordinarie regole di tassazione.

Per tali ragioni, a seguito delle violazioni accertate in relazione a n. 70 lavoratori dipendenti irregolari, per 63 mensilità (da gennaio 2017 a marzo 2022), nei confronti del legale rappresentante della cooperativa sociale sono stati constatate: somme per le quali non stati corrisposti i contributi previdenziali e assistenziali per circa 330.000 euro; ritenute d'acconto non operate e non versate per circa 100.000 euro. Le irregolarità in materia di lavoro costituiscono un grave danno per l’intero sistema economico in quanto sottraggono risorse all’Erario, minano gli interessi dei lavoratori e favoriscono una competizione sleale con le imprese oneste.

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