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Regione Puglia, via al nuovo Piano casa

La legge sarà sottoposta al vaglio del Consiglio regionale il 26 luglio. L'obiettivo è di promuovere la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio delle città pugliesi e semplificare le procedure burocratiche

Consumare meno suolo possibile promuovendo la riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio delle città pugliesi, offrendo ai Comuni l’opportunità di farlo semplificando le procedure burocratiche e dovendo rispettare regole chiare e limiti certi.
È l’obiettivo raggiunto dalla V Commissione con l’approvazione, a maggioranza, della legge regionale che sostituirà il vecchio Piano Casa e le sue annuali proroghe con un complesso normativo organico e coerente.
"Con pazienza e cautela - ha dichiarato il presidente della commissione Paolo Campo - abbiamo elaborato uno strumento di programmazione e pianificazione dello sviluppo urbanistico delle città che rispetta i principi e le norme del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e, al contempo, offre ai soggetti privati l’opportunità di migliorare la qualità degli edifici esistenti, rendendoli anche più sicuri e meno impattanti a vantaggio dell’intera comunità.
La legge sarà sottoposta al vaglio del Consiglio regionale il prossimo 26 luglio e sono fiducioso che il dibattito in aula determinerà l’ulteriore miglioramento dell’efficacia delle norme approvate. L’approvazione del nuovo Piano Casa qualifica ulteriormente il lavoro di elaborazione normativa e politica svolto dalla V Commissione, lo stesso che ha già prodotto il Piano regionale per i rifiuti, dotando la Regione Puglia di indispensabili strumenti di programmazione e gestione ordinata del territorio e dei servizi".

Questi sono i tratti distintivi della nuova disciplina
- Cos'è = la legge sull’uso ecosostenibile del suolo urbano offre ai Comuni l’opportunità di ridurre il consumo del suolo promuovendo la riqualificazione ed il riuso del patrimonio edilizio esistente.
- Obiettivi strategici = migliorare la qualità architettonica ed ambientale; aumentare la sicurezza statica ed igienico-funzionale; favorire la riqualificazione ambientale, paesaggistica e architettonica delle città; contribuire alla riduzione dei cambiamenti climatici, innanzitutto agendo sulle prestazioni energetiche degli immobili.
- Strumenti = interventi di ampliamento o demolizione e ricostruzione del patrimonio edilizio esistente, anche mutando la destinazione d’uso e sempre entro i limiti fissati dalle leggi nazionali e regionali.
- Ambiti d'intervento = edifici esistenti in aree destinate prevalentemente a uso residenziale (zone B e C) e quelli ubicati in aree rurali (zone E) che siano caratterizzati da degrado, sottoutilizzo o abbandono del patrimonio edilizio esistente; saranno consentiti interventi di riuso e di riqualificazione ottenibili con l’ampliamento o la demolizione e ricostruzione.
- Ampliamento = nelle zone B e C è possibile intervenire una sola volta su uno stesso edificio, limitando l’ampliamento al massimo nella misura del 20% della volumetria complessiva e per non oltre 300 metri cubi; nelle zone E l’ampliamento può essere al massimo il 20% della volumetria.
- Demolizione e ricostruzione = si può realizzare un aumento massimo pari al 35% della volumetria esistente nelle zone B, C e E, in quest’ultimo caso fino ad un massimo di 200 metri cubi; se l’immobile ricade in aree tutelate per ragioni ambientali, i Comuni possono autorizzare la nuova edificazione in un’altra area urbana, purché ci sia il parere positivo degli enti di tutela e chi propone l’intervento assuma l’obbligo di demolire e ripristinare l’area da destinare ad usi pubblici o ceduta al Comune.
- Limiti di applicazione = la legge è inapplicabile agli edifici anche parzialmente abusivi, nei centri storici e agli edifici di pregio architettonico e storico o, comunque, realizzati prima del 1950, e agli immobili che facciano parte del patrimonio di archeologia industriale della Puglia.

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