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Ciliegie, è crisi in Puglia: i prezzi crollano e i magazzini chiudono i cancelli

Coldiretti Puglia ha denunciato la situazione che sta diventando insostenibile per i produttori

È uno dei prodotti più apprezzati dell'agricoltura pugliese ma rischia di essere travolto da una crisi profondissima. Questa mattina i produttori di ciliegie hanno trovato i magazzini chiusi perché è stato deciso di non ritirare le "Ferrovia",  la più pregiata fra le ciliegie e dal calibro consistente. I prezzi sono crollati a 1/1,20 euro al chilogrammo, al pari di un caffè al bar, mentre i costi per produrle sono quasi raddoppiati con le difficoltà a reperire la manodopera per le operazioni di raccolta. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, con gli agricoltori che hanno avuto l’amara sorpresa a Conversano, uno dei principali centri di produzione, di trovare i battenti chiusi dei magazzini e di non potere vendere le ciliegie raccolte.

"L'andamento di mercato è inaccettabile con i prezzi pagati agli agricoltori in caduta libera, crollati in una settimana fino a 1 euro al chilo quanto un caffè, mentre la forbice dei prezzi dal campo alla tavola si è allargata in misura sconsiderata. Non possiamo permettere che i nostri agricoltori siano costretti ad abbandonare questa produzione storica e riconosciuta a livello nazionale per colpa dei prezzi in campagna ciclicamente troppo bassi", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Gli  agricoltori, oltre a sopportare il raddoppio dei costi di produzione aggravato dalla guerra in Ucraina, si trovano esposti – aggiunge Coldiretti Puglia - alla concorrenza sleale delle importazioni di ciliegie da Turchia, Grecia e Francia. Tutto ciò mentre è caduta nel dimenticatoio la legge che obbliga gli esercenti a indicare chiaramente in etichetta l’origine dei prodotti ortofrutticoli.

Intanto, è al lavoro la task force per presentare le prime denunce contro le pratiche sleali per tutelare il lavoro nei campi, un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese agricole.
Con il provvedimento scatta lo stop per 16 pratiche sleali che vanno – spiega Coldiretti Puglia - dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti.
L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare rappresenta una svolta storica – conclude Coldiretti Puglia - per garantire un giusto prezzo ad agricoltori e in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo.
La produzione regionale di ciliegie risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola rappresenta il 96,4% della produzione totale regionale, riferisce Coldiretti Puglia, ed è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie raccogliendo il 34% della produzione nazionale.
E’ necessario ricostruire una vera e propria filiera che sia in grado di valorizzare il prodotto anche attraverso una caratterizzazione territoriale della produzione – conclude Coldiretti Puglia - con la creazione di un Marchio che valorizzi le caratteristiche organolettiche della ciliegia e le capacità di produzione da parte degli operatori del settore, un marchio come la I.G.P.  che possa essere riconosciuta dal consumatore, per rendere competitiva una coltura tradizionale e tipica della Puglia.

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