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Bari, la battaglia sulla multiproprietà proseguirà a tappe forzate

Il Tribunale Federale aumenta i dubbi sul futuro del Bari. Il primo grado della giustizia sportiva respinge l ricorso presentato da Aurelio De Laurentiis in qualità di presidente del Napoli e Luigi De Laurentiis come amministratore unico del club biancorosso, inerente la pronuncia della Figc del settembre 2021 che fissa al 30 giugno 2024 il termine per porre fine alle società professionistiche in multiproprietà, al di là della categoria di appartenenza. Ebbene, è stata respinta l’istanza avanzata dai vertici di Filmauro che puntava al ripristino della situazione esistente al 2018 (quando fu acquisito il Bari dal fallimento), ovvero la possibilità di detenere due società in capo ad uno stesso soggetto, con il solo limite di non poter disputare la stessa categoria. La Figc richiama, invece, la validità dell’articolo 16 bis delle Noif che “non ammette partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente e affine entro il quarto grado”. La norma transitoria adottata in seguito alla pronuncia della Figc del settembre 2021 consente a chi già versava in una condizione di multiproprietà al momento della determina del Consiglio Federale di dismettere lo status di multiproprietà non oltre cinque giorni dalla data di deposizione della domanda di iscrizione al torneo 2024-25, pena la decadenza dell’affiliazione del club acquisito per ultimo che, nel caso specifico, sarebbe proprio il Bari.

La battaglia ingaggiata dai De Laurentiis, comunque, non si ferma qui. “Ci aspettavamo qualcosa di diverso”, afferma Mattia Grassani, massimo esperto italiano di diritto sportivo italiano, nonché legale incaricato di seguire la procedura per Filmauro. “Tuttavia, la nostra battaglia non finisce qui: cercheremo di bruciare le tappe per ottenere giustizia su una norma cambiata in corsa, a danno di chi in buona fede ha investito decine di milioni”. I prossimi passi nella procedura giudiziale prevedono l’analisi delle motivazioni che, entro dieci giorni a decorrere dal quattro maggio, dovranno essere depositate dal tribunale federale a corredo della sentenza di rigetto. Quindi, entro i sette giorni successivi, Napoli e Bari ricorreranno alla Corte federale d’appello: entro fine maggio, è lecito attendersi la conclusione del procedimento nei due gradi di giustizia sportiva. Qualora fosse necessario, si ricorrerà in terzo grado al Collegio di Garanzia del Coni che potrebbe pronunciarsi entro la fine di giugno. In caso di esiti ancora sfavorevoli, si aprirebbe il capitolo sulla giustizia ordinaria (Tar e Consiglio di Stato) che prevedrebbe tempi più lunghi, ma comunque idonei ad una conclusione (al più tardi) entro giugno 2023: a quel punto, ci sarebbe un intero anno per assumere la decisione migliore per il futuro del club, fermo restando che, qualora riuscisse il salto in A, la vendita della società pugliese (o del Napoli) sarebbe comunque indifferibile.

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