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Violenza a Barletta, il rapporto semestrale della Dia: "Segnali di instabilità"

Tre tragici episodi in tre mesi in città: quello di Claudio Lasala, Michele Cilli e Giuseppe Tupputi

Il recente omicidio di Giuseppe Tupputi ha rappresentato l'apice di una escalation di fatti di sangue a Barletta: tre negli ultimi mesi. Ma quale è la fotografia della criminalità organizzata in quella città, al netto dei tragici episodi di Claudio Lasala, Michele Cilli e Giuseppe Tupputi?

Dalla relazione semestrale rilasciata dalla Direzione investigativa antimafia emerge che «l’analisi delle dinamiche criminali - si legge nel rapporto - conferma l’assenza nell’area di Barletta di evidenti contrapposizioni tra i locali sodalizi, sebbene si registrino segnali di instabilità, confermati tra l’altro dai rinvenimenti di armi ed episodi di violenza. Nel barlettano - sottolinea la Dia - l’efficacia dell’azione repressiva condotta dalle forze di polizia e dalla magistratura ha reso acefalo il clan Cannito-Lattanzio. Ne è conferma la sentenza di condanna, del 30 giugno 2021, relativa all’operazione “Nabucodonosor”, che aveva evidenziato come il mercato degli stupefacenti fosse gestito non solo dal citato clan (che prevalentemente curava il mercato della cocaina), ma anche dai sodalizi Albanese, Sarcina e Lombardi».

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