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Finanziere scomparso a Monopoli, multa per la mancata vaccinazione. E lo Stato rivuole gli stipendi

L'uomo non si trova dal febbraio 2019 ma ora il Tribunale militare di Napoli ha disposto nuove ricerche che saranno condotte dalla Polizia

Nuove ricerche per Pietro Conversano, il finanziere 52enne di Fasano, in servizio a Monopoli, scomparso poco più di tre anni fa. Era il 19 febbraio 2019 quando non si presentò a lavoro e la moglie ne denunciò la sparizione. Non è mai stato ritrovato e l'inchiesta penale è stata archiviata come un caso di allontanamento volontario. Fu aperto un procedimento anche dalla Procura militare per diserzione. La richiesta di rinvio a giudizio, attualmente in udienza preliminare, è però sospesa perché il gup del Tribunale militare di Napoli ha, per la seconda volta, disposto nuove ricerche. Nel frattempo, lo Stato ha chiesto alla moglie la restituzione degli 11 stipendi accreditati dopo la scomparsa e «alla tragedia che la famiglia ormai da oltre tre anni sta vivendo - dice la moglie Caterina Fumarola - si è aggiunta anche la beffa della notifica a carico di mio marito della sanzione da parte dell'Agenzia delle Entrate per non essersi vaccinato».

Il Tribunale militare di Napoli aveva già chiesto nuove ricerche sulla posizione di Conversano nel settembre del 2020, durante la prima udienza. In quel caso, però, fu la Guardia di Finanza ad eseguire le ricerche, questa volta toccherà alla Polizia di stato. «Sono molto delusa e amareggiata per come sono state gestite le ricerche di mio marito. Confido nelle nuove ricerche che spero, questa volta, vengano fatte approfonditamente» dice la signora Fumarola, assistita in questi tre anni dall'associazione Penelope che si occupa di persone scomparse. È la donna a far sapere che proprio martedì, mentre era in corso l'udienza, le è stata notificata la sanzione di 53 euro perché il marito scomparso non risulta aver adempiuto, in quanto over 50, all'obbligo vaccinale anti-Covid. Mentre le ricerche riprenderanno e dell'uomo ancora non c'è traccia. Una storia con qualche buco, la speranza mai sopita della moglie Caterina e anche un paio di intoppi burocratici, legati alle ricerche e ai due processi. Nel novembre del 2021, i familiari dell'uomo si erano detti disponibili anche al test del dna per l'eventuale riconoscimento su morti sospette o senza identità. Ma il Tribunale militare ha deciso ora di riaprire il caso, di sospendere il processo in corso e di far ripartire le ricerche, questa volta coordinate dalla Polizia di Stato.

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