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Mafia nella provincia Bat, focus sul triste fenomeno dei furti d'auto

Nella provincia Bat, a conferma di uno scenario già efficacemente rappresentato dal procuratore di Trani, Renato Nitti, «emerge come le mafie autoctone tendano a depauperare e depredare il territorio, portando alle estreme conseguenze la connotazione lucrativa delle mafie baresi».

È quanto nel rapporto semestrale della Direzione investigativa antimafia, presentato al Parlamento e che, fra gli altri, contiene uno specifico capitolo dedicato alla criminalità organizzata pugliese. Il semestre di riferimento è il secondo del 2021. E si registra «la complessità delle dinamiche delinquenziali mafiose e di quelle della malavita comune, nonché la percezione della potenziale permeabilità della cosa pubblica da parte della criminalità organizzata».

Non manca, ovviamente, il riferimento al fenomeno più tristemente diffuso nella Bat, quello dei furti d'auto. «La forza delle consorterie determinata dalle sinergie con imprese criminali di altre province - si legge a questo proposito - è percepibile soprattutto nella commissione dei reati contro il patrimonio, con particolare riferimento alle rapine e furti d'auto, dove si conferma la joint venture tra la criminalità di Andria, Canosa di Puglia, San Ferdinando di Puglia e Cerignola. L’influenza della mafia cerignolana emerge soprattutto dal provvedimento di fermo di indiziato di delitto, eseguito dai carabinieri il 31 maggio 2021, a carico dei componenti di un’associazione per delinquere armata specializzata nei furti d'auto nelle province di Bari e Bat. La relativa indagine ha documentato la pervicacia criminale e la determinazione collettiva dei singoli associati, grazie a un raccordo stabile con i sodali cerignolani addetti al riciclaggio e ricettazione della refurtiva».

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