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Ex Ilva, "Genitori tarantini" al presidente Mattarella: fermi la fabbrica

L'associazione si è rivolta al presidente della Repubblica: ""Non vogliamo più essere le vittime di una zona di sacrificio che offende la dignità umana"

"Presidente Mattarella, la democratica Repubblica che Lei rappresenta si è macchiata e continua a macchiarsi di un delitto contro il suo stesso popolo, in offesa alla Costituzione italiana. Non esiste produzione strategica che, come contraltare, veda cittadini, in particolare bambini, costretti ad ammalarsi, soffrire e in troppi casi morire. La Costituzione è chiara in merito a questo, visto che l'unico diritto definito "fondamentale" è quello alla salute, che, come Lei ci insegna, richiama anche all'interesse della collettività". È un passaggio della lettera inviata al Capo dello Stato, Sergio Mattarella dai componenti dell'associazione "Genitori tarantini" che chiedono di "fermare le assurde e inaccettabili manovre di questo governo che, al pari dei precedenti, continua a voler favorire la produzione di acciaio per mezzo del carbone, già chiusa definitivamente a Genova (2005) e a Trieste (2020), a scapito della salute umana, della salubrità ambientale, della biodiversità e del clima".

"Non vogliamo più essere le vittime di una zona di sacrificio che offende la dignità umana - prosegue la lettera -. Non vogliamo più veder soffrire e morire i nostri figli. Non vogliamo più soffrire per un ingiustificabile razzismo ambientale che ci pone, come tarantini, a un livello inferiore rispetto agli altri italiani. Non vogliamo più tutto questo".

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