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Taranto, amianto: 500mila euro per un ex operaio siderurgico affetto da mesotelioma

Il tribunale del Lavoro ha disposto il risarcimento per danni di salute e morali, evidenziando "la sussistenza del nesso causale tra l'attività lavorativa svolta e la patologia"

Il sito Ilva di Taranto

Per 26 anni ha lavorato scaricando scorie come addetto piattaforma nel reparto acciaieria 1 e 2 ammalandosi di mesotelioma pleurico. Ora il tribunale del Lavoro di Taranto ha disposto che venga risarcito con mezzo milione di euro per i danni - di salute e morali - subiti. È quanto rende noto l'associazione Contramianto riportando stralci della sentenza emessa nei giorni scorsi.

L'operaio è stato impiegato nell'Italsider prima e nell'Ilva dopo, dal 1974 al 2000. Tre anni fa è arrivata la diagnosi: tumore pleurico. Con l'aiuto dell'associazione e del fondo "Vittime amianto", è stata inoltrata la richiesta di danno biologico e morale subito a causa del mesotelioma provocato dall'asbesto. "Nell'espletamento delle proprie mansioni di addetto discarica scorie e operatore piattaforma nelle acciaierie 1 e 2 dello stabilimento siderurgico di Taranto" l'operaio "è rimasto continuativamente esposto ad amianto - si legge nella sentenza - in particolare, egli modellava e applicava un cordone di amianto affinché la colata non fuoriuscisse dallo stampo".

Per il giudice l'attività lavorativa "determinava il distacco del coibente e la conseguente dispersione di polveri di amianto nell'ambiente di lavoro, che era chiuso". La sentenza evidenzia "la sussistenza del nesso causale tra l'attività lavorativa svolta e la patologia".
Per Luciano Carleo, responsabile di Contramianto "il risarcimento non ridarà la salute all'operaio ma riconosce la prolungata e ultra decennale esposizione all'amianto nell'Italsider poi Ilva di Taranto quale causa del mesotelioma pleurico sviluppatosi ad oltre quarant'anni dalla prima esposizione".

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