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Dall'università di Bari un sistema per anticipare trasmissibilità e virulenza delle varianti Covid

Un lavoro condotto da un team barese, coordinato dal dottor Ciro Leonardo Pierri del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica, presenta per la prima volta un sistema computazionale per la valutazione preliminare di trasmissibilità e virulenza delle varianti di SARS-CoV-2.
Lo studio, che ha permesso di far luce sulla “forza delle interazioni” negli addotti formati tra la proteina spike delle varianti più studiate di SARS-CoV-2 e la proteina ACE2 umana, era stato messo a disposizione della comunità scientifica internazionale  sin da maggio 2021 sulla piattaforma biorxiv ed  è ora pubblicato nella sua versione completa su EPMA J (https://rdcu.be/cEvpr), un importante giornale del gruppo Springer.

Lo studio ha due risultati con implicazioni rilevanti nella gestione della emergenza COVID-19. Il primo risultato riguarda la possibilità di misurare la stabilità delle interazioni tra la proteina spike delle varianti di SARS-CoV-2 e la proteina umana ACE2, partendo dalle sole sequenze delle due proteine. La stabilità delle interazioni spike/ACE2, calcolata con l’approccio descritto nel lavoro, associata a dati epidemiologici e attività di sequenziamento delle nuove varianti, permetterà di sviluppare un sistema predittivo importante di trasmissibilità e virulenza delle future varianti. Il secondo risultato riguarda la predizione delle variazioni nella conformazione della proteina spike, indotte dalle mutazioni nella proteina spike delle varianti virali note. Ciò ha permesso di identificare gli amminoacidi della proteina spike più rilevanti nel processo di infezione delle cellule umane, con importanti ricadute sul disegno di anticorpi terapeutici e nuovi vaccini.
Allo studio, condotto anche grazie al supporto dell’associazione italiana ricerca sui mitocondri, hanno preso parte Vincenzo Tragni (dottore di ricerca dell’università di Bari) ed i giovanissimi studiosi Francesca Preziusi (neo-laureata  in Farmacia) e Ivan Mercurio (laureando in Biotecnologie) dell’Università di Bari.

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