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Mafia, a Foggia un nuovo testimone di giustizia: Domenico Solazzo protetto in località segreta

L’uomo era accusato, in concorso con altri sei foggiani, tra cui il boss Emiliano Francavilla, del tentato omicidio aggravato dalla mafiosità dell’imprenditore Antonio Fratianni, agguato sventato dalla squadra mobile la sera del 26 giugno

Fermato il 22 luglio scorso con l'accusa di aver contribuito al tentato omicidio di un costruttore di cui era dipendente, il 46enne Domenico Solazzo ha detto di esser stato costretto a farlo e ha riferito particolari su un altro tentato omicidio. Ora, dunque, è diventato un testimone di giustizia e vive con la sua famiglia in una località segreta.

L’uomo era accusato, in concorso con altri sei foggiani, tra cui il boss Emiliano Francavilla, del tentato omicidio aggravato dalla mafiosità dell’imprenditore Antonio Fratianni, agguato sventato dalla squadra mobile la sera del 26 giugno. A lui si contestava di aver piazzato un gps sull'auto del costruttore per tracciarne i movimenti. Subito dopo il fermo riferì agli agenti e al pm della Dda di Bari di essere stato minacciato di morte da Emiliano Francavilla e Michele Ragno (un altro dei fermati) per installare il dispositivo sul veicolo.

Aggiunse che Fratianni doveva essere ucciso per non aver restituito al clan Sinesi-Francavilla 600mila euro ricevuti due anni prima per costruire un palazzo in città; e riferì anche che lo stesso Fratianni era l’autore materiale del tentato omicidio di Antonello Francavilla (fratello maggiore di Emiliano e come lui al vertice della batteria mafiosa) e del figlio 15enne, compiuto il 2 marzo scorso a Nettuno in una abitazione dove la vittima era agli arresti domiciliari per estorsione.

Solazzo ha spiegato che Ragno gli confessò particolari in merito al tentato omicidio: «Fratianni - ha detto - andò a casa di Antonello Francavilla a volto scoperto, gli chiese di fargli il caffè e quando quest’ultimo si girò gli sparò». Sulla scorta di quelle rivelazioni, che hanno portato al fermo dello stesso Fratianni il 2 agosto, la Dda dispose l'immediata liberazione di Solazzo che non finì quindi in carcere.

Il pm Bruna Manganelli ha poi chiesto le archiviazioni delle accuse a carico di Solazzo per non aver commesso il fatto essendo emersa la sue estraneità, e ha anche chiesto e ottenuto dal gip di Bari Antonella Carfagna l’incidente probatorio per interrogare il testimone alla presenza dei sei indagati e dei loro difensori. L’incidente probatorio si svolgerà nelle prossime settimane a Bari.

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